teatro

The Mountain

Agrupación Señor Serrano (ES)

8 e 9 LUGLIO / ore 21.00

Accademia Tedesca Roma Villa Massimo

Per la prima volta a Roma
Spettacolo in inglese con sovratitoli in italiano

C’è un’immagine ampiamente diffusa che ripercorre la storia delle idee: scalare una montagna, superare tutte le difficoltà per raggiungerne la cima e, una volta lì, poter vedere il mondo “così com’è”. Raggiungere la verità e non solo ombre o riflessi. È una bella immagine a tutti gli effetti. Ma è davvero così? Spesso guardando dall’alto non si vede altro che nuvole e nebbia che ricoprono tutto o un paesaggio che cambia a seconda dell’ora del giorno o del tempo. Allora, com’è questo mondo? Come è questa verità? Esiste la verità? È la verità una cima da coronare e basta, o piuttosto un sentiero freddo e inospitale che deve essere continuamente percorso?

In The Mountain convergono la prima spedizione sull’Everest, il cui esito è ancora oggi incerto; Orson Welles che semina il panico con il suo programma radiofonico La Guerra dei Mondi; giocatori di badminton che giocano a baseball; un sito Web di fake news; un drone che scruta il pubblico; molta neve; schermi mobili; immagini frammentate; e Vladimir Putin che parla soddisfatto di fiducia e verità.

 

con il sostegno dell’Institut Ramon Llull e in collaborazione con Instituto Cervantes Roma 

regia e drammaturgia Àlex Serrano, Pau Palacios, Ferran Dordal
performance Anna Pérez Moya, Àlex Serrano, Pau Palacios, David Muñiz
voce Amelia Larkins
musica Nico Roig
video-programmazione David Muñiz
video-creazione Jordi Soler Quintana
spazio scenico e modellini in scala Lola Belles, Àlex Serrano
assistente di scenografia Mariona Signes
costumi Lola Belles
design di luci Cube.bz
maschera digitale Román Torre
design di produzione Barbara Bloin
produzione esecutiva Paula Sáenz de Viteri
management Art Republic

una produzione GREC Festival de Barcelona, Teatre Lliure, Conde Duque Centro de Cultura Contemporánea, CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli – Venezia Giulia, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Zona K, Monty Kultuurfaktorij, Grand Theatre, Feikes Huis.
con il sostegno di Departament de Cultura de la Generalitat, Graner – Mercat de les Flors.

ringraziamenti Núria Guiu, Pablo Acosta García, Danila Gambettola, Martín García
Guirado, Pasqual Gorriz Marcos, Denis van Laeken, Simone Milsdochter, Eugenio
Szwarcer, Alla Zakiullina.

debutto 10 ottobre 2020 al Festival International des Arts Bordeaux Métropole.

durata 70 min

Agrupación Señor Serrano fondata da Àlex Serrano a Barcellona nel 2006, Agrupación Señor Serrano è una compagnia teatrale che crea produzioni originali basate su storie tratte dai tempi contemporanei. La compagnia utilizza la ricchezza di strumenti tecnologici innovativi e vintage per estendere i confini del proprio teatro. Le produzioni di Señor Serrano fondono performance, testi, video, suoni e modellini in scala per mettere in scena riflessioni sugli aspetti discordanti dell’esperienza umana di oggi. Il nucleo di Agrupación Señor Serrano è composto da Àlex Serrano (direttore artistico), Pau Palacios (co-direttore artistico) e Barbara Bloin (amministrazione e produzione). Nell’attualità la compagnia ha cinque spettacoli in tournée internazionale Garden Center Europa (2019), Kingdom (2018), Birdie (2016), A house in Asia (2014), Brickman Brando Bubble Boom (2012) e Katastrophe (2011). Agrupación Señor Serrano punta anche sui laboratori e le masterclass come nodo troncale della propria attività, avendo tenuto sessioni di formazione alla Biennale di Venezia, il Director’s Lab Mediterranean di Beirut, il Centre international de Formation en Arts du Spectacle di Bruxelles o la Sala Beckett di Barcellona tra molti altri. Il 3 agosto 2015, a Agrupación Señor Serrano è stato conferito il Leone d’Argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia. Oltre a questo riconoscimento, la compagnia ha regolarmente vinto premi, sia a livello nazionale che internazionale, e ha ricevuto recensioni entusiastiche in testate come il New York Times, Folha de Sao Paulo, L’Espresso, Tiempo Argentino o El País.

Pics: Jordi Soler